Siamo a tua disposizione.
+49 30 403 656 25024h, 7 giorni a settimana
Codice alloggioMigliorini è un borgo cinque/seicentesco situato in una piccola conca di boschi di castagno, esposta a sud, ben riparata dai venti e ricca di sorgenti, aperta sulla valle della Lima, a circa 650-700 metri sul livello del mare, nel comune di Piteglio.Composto da una dozzina di case appartenenti alla stessa proprietà, è attraversato da una piccola strada, divenuta ora via interna (un tempo importante arteria che collegava la zona a Modena) costeggiata a valle dalla strada statale Mammianese e Marlianese che collega Montecatini all’Abetone e a S.Marcello.Sopra la piazza si inerpica una strada sterrata in mezzo agli alberi che raggiunge altri edifici, costruiti ex-novo ma ispirati a vecchie tipologie che rimandano alla pietra, ad antiche soglie, a piccole piramidi confinarie, a “musacci” per fontane…Tutti elementi recuperati con pazienza e spesso salvati dalla distruzione che hanno trovato una loro naturale sistemazione.L’itinerario in salita è delimitato ai bordi da muretti in pietra locale ed incontra lungo il percorso fontane ed edifici che si affacciano su terreno libero. I colori che dominano sono il bianco calce e il grigio della pietra; in alcuni casi si aggiungono i colori più vivi del cotto e del legno di castagno.Non sono case al margine del bosco, ne sono parte integrante con la loro semplicità, “ornata”da alcuni elementi all’esterno, meglio se di pietra, che ricordano il passato. Sono edifici antichi e moderni allo stesso tempo e per questo portatori di un fascino particolare che può, forse, far arricciare il naso a qualche architetto ma che rispondono pienamente a un’ immagine intima di luogo. Il bosco di ontani, aceri montani, frassini, faggi, sorbi che le circonda è stato altrettanto curato come parte di un’architettura del paesaggio che ha fatto sì che si ricostituisse l’originario habitat appenninico .Gli ultimi 200m della strada di accesso alla casa non sono asfaltaticheck in entro e non oltre le ore 20
avviso: Spaziosa casa vacanze con piscina condivisa
Gli ultimi 200m della strada di accesso alla casa non sono asfaltati
Pianterreno: (Cucina abitabile(mobile cucina(4 fuochi), forno, frigo con congelatore), Soggiorno / Pranzo(caminetto), Camera da letto(letto matrimoniale), Camera da letto(letto matrimoniale), Camera da letto(2x letto singolo), Bagno(vasca, lavandino, WC, bidet), Bagno(doccia, lavandino, WC, bidet), riscaldamento)giardino(in comune con altri ospiti, parzialmente recintato), mobili da giardino, parcheggio, piscina(in comune con altri ospiti, 12 x 6 m., aperta da Giu fino a Set compreso)
L’agglomerato è sorto e cresciuto a monte di una villa padronale del tardo Cinquecento, vincolata dai Beni Culturali; si trattava in origine di una locanda fortificata (da qui il nome “Le feritoie” peraltro ancora osservabili nell’antica loggia) posta lungo una strada di importanza strategica che da Lucca andava a Firenze.L’edificio ha conservato le caratteristiche architettoniche originali tanto da sollecitare la fantasia di Vernon Lee, scrittrice inglese tardo romantica che, avendovi soggiornato all’inizio del XX secolo, scrisse una raffinata novella dal titolo “La casa delle feritoie” che ha come sfondo quelle pareti e quel luogo. Vi è pure una cappella-oratorio dedicata alla SS Annunziata, citata dal Repetti alla voce Piteglio nel suo famoso dizionario storico della Toscana.Nella seconda metà dell’Ottocento vi soggiornò per un’intera estate un’altra scrittrice inglese, miss Leader Scott, che dimostrò grande curiosità intellettuale lasciando un interessante diario in cui ha raccolto un’infinità di notizie, leggende, note, aneddotiche del borgo che risultano oggi preziose.Il libro fu pubblicato a Londra nel 1879 con il titolo “A nook in the apennines” (Un cantuccio degli Appennini).Possesso dell’antica famiglia Migliorini, estinta da tempo, che ha lasciato a suo ricordo vari stemmi di pietra con due piante di miglio incrociate sovrastate da una croce, il borgo era anche probabilmente luogo di ristoro e di sosta per i viandanti; lo testimonia, oltre all’oratorio, la presenza di un vecchio edificio ristrutturato con scritto in pietra “Albergo dei poveri”.Nella seconda metà del Settecento vi abitò, addetto all’oratorio, un singolare prete scalpellino, che ha lasciato originali lavori in pietra.Vi hanno vissuto per secoli circa dieci famiglie: contadini che traevano sostentamento principalmente dai castagneti, scalpellini, carbonai, e in seguito alcuni operai delle fabbriche di Campotizzoro e della Lima. Nel secondo dopoguerra ha cominciato a spopolarsi con emigrazione interna ed estera, arrivando quasi al pieno degrado negli anni Sessanta con la partenza dell’ultima famiglia contadina.Fu allora che i proprietari, la famiglia Cini-Dazzi di S. Marcello, cominciarono a ristrutturarlo per fini turistici, valorizzando i materiali locali di recupero o originali e mantenendo i volumi pre-esistenti. I primi rustici su cui si intervenne furono quelli ai margini del bosco e situati attorno ad uno spazio sterrato, detto “aia”, antico luogo di incontro come mostra un disegno tratto dal citato diario di viaggio di miss Scott.
ContinuaIndietro
Siamo a tua disposizione.
+49 30 403 656 25024h, 7 giorni a settimana
Codice alloggioSiamo a tua disposizione.
+49 30 403 656 25024h, 7 giorni a settimana
Codice alloggio